Il Counseling Aziendale e la valorizzazione della risorsa umana.

klimt, l'albero della vita.1Il Counseling trova, nel mondo del lavoro, almeno due declinazioni di particolare importanza:

1. Come intervento formativo,

2. Come organizzazione ed erogazione di attività di sostegno, nei confronti di singoli dipendenti/collaboratori e/o di specifici gruppi di lavoro.

Il Counseling aziendale aiuta ad affrontare e a risolvere:

a. difficoltà di esecuzione di un qualche particolare compito,

b. la gestione di conflitti di tipo relazionale,

c. la gestione di situazioni di crisi personali, relative allo svolgimento di particolari ruoli/funzioni aziendali.

Che si tratti di un intervento formativo o di una attività di sostegno, un’azione di Counseling in un’azienda è sempre volta al miglioramento della qualità delle relazioni interpersonali, tra capi e subordinati, tra pari grado, tra l’intera azienda ed il suo mercato di riferimento.

L’intervento di Counseling non si rivolge, quindi, direttamente, allo sviluppo di competenze ed abilità di tipo squisitamente tecnico-professionale.

In ambito aziendale, un intervento di Counseling si rivolge al miglioramento della “risposta umana” in materia di:

conflitti e competizioni interpersonali, di ogni genere e grado,

esercizio della leadership,

processi di identificazione e di allineamento aziendale,

ricaduta delle problematiche personali nelle “questioni” lavorative.

Più in generale, il “dominio” del Counseling aziendale è quello in cui agiscono i più abili dirigenti, manager e responsabili di funzione; che sanno come valorizzare le competenze professionali dei “propri” uomini: facendo leva sulla valorizzazione delle loro caratteristiche personali.

Per tale ragione, ogni bilancio aziendale che si rispetti, prevede specifiche voci dedicate alla formazione e allo sviluppo di queste abilità.

In questo contesto, gli interventi consulenziali-formativi tradizionali (e purtroppo anche la gran parte di quelli che si spacciano come innovativi e di “ultimo grido”), anche quando affrontano tematiche relative agli aspetti relazionali all’interno di un’organizzazione aziendale, risultano deficitari su di una questione cruciale: l’incidenza della dimensione emotiva nei comportamenti umani.

Le emozioni, pur essendo “trattate”, vengono considerate sul piano della conoscenza analitica, quindi: dal punto di vista del loro funzionamento teorico, ma non sul piano del concreto funzionamento dinamico: di come, quando e quanto agiscano nelle singole e specifiche “fattispecie” aziendali, di come sia possibile agire per produrre i cambiamenti desiderati.

È questo, invece, lo specifico campo che il Counseling “invade” con il proprio intervento, sia formativo-consulenziale, sia di sostegno ai singoli ed ai gruppi.

Nell’esperienza di ogni Counselor che si occupa del mondo del lavoro è ben fondata la consapevolezza di quanto il cattivo funzionamento delle dinamiche relazionali possa in un’azienda depotenziare ogni investimento ed ogni sforzo prodotto.

Tutto ciò sia che la “disfunzione” avvenga, gerarchicamente, dall’alto verso il basso, sia che avvenga in direzione opposta: ad una cattiva leadership corrisponde sempre, da parte dei subalterni, un’articolata varietà di atteggiamenti e comportamenti contrappositivi, e viceversa.

La specificità di chi fa Counseling è il “sapersi” e “potersi” funzionalmente “inserire” nella dimensione emotivo-esistenziale dei propri assistiti, condividerla e valorizzarla e, con ciò, far emergere ed influenzarne dinamicamente le necessità, le modalità e gli orizzonti di cambiamento, di sviluppo, di miglioramento.

È questo che caratterizza e dà valore al Counseling, rispetto ad ogni altra forma di consulenza aziendale.

Il Counseling aziendale rende possibile la reale, concreta ed efficace valorizzazione delle risorse umane verso cui vengono rivolti i suoi interventi, di formazione e/o di sostegno.

Ad maiora!

Domenico Nigro.

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