Dal Counseling allo Yogging. Lo Yoga del Sentire, del Pensare, dell’Agire.

Dal Counseling allo Yogging.

Lo Yoga del Sentire, del Pensare, dell’Agire.

Sono Domenico Nigro.

Alcuni giorni or sono ho scritto e pubblicato, sul blog della mia scuola, un’articolo/ricostruzione storica sulla nascita del Counseling e i suoi sviluppi, per rendere chiare le differenze con il mondo della Psicologia (per ri-leggerlo clicca qui).

L’ho fatto anche per cercare di allentare l’insofferenza che mi procura l’appartenere ad una categoria professionale continuamente attaccata, con inaudita violenza, da molti psicologi.

Questi psicologi, sbandierando il Counseling come un’attività di loro esclusiva pertinenza, puntano a circoscriverlo come proprio dominio professionale, confidando improvvidamente di garantirsi in esclusiva le relative, immaginarie (visto che loro non sono counselor e non sanno fare counseling), profittevoli conseguenze.

Parlano di noi counselor come cialtroni e pericoli pubblici; ci muovono guerra  in continuazione e in tanti modi, alcuni grotteschi, puntando addirittura alla nostra scomparsa (per loro non abbiamo diritto d’esistere, quindi possiamo anche morire).

Il fatto che tra Counseling e Psicologia ci siano molti punti di contatto non è usato come una leva di crescita e sviluppo comune, ma strumentalmente come un randello da brandire contro noi counselor, con l’evidente speranza che questo li aiuti ad affermarsi professionalmente.

Dal mondo della Psicologia,  le voci che prospettano vie d’uscita pacifiche, rispettose ed onorevoli, comunemente concordate per uscire da tale triste situazione, non trovano spessore sufficiente per produrre qualcosa di buono.

Vista tale “mala parata”, nel mio articolo/ricostruzione storica ho già proposto di “lasciare” il Counseling agli Psicologi, considerandolo oramai un “osso avvelenato” irrimediabilmente dalla loro protervia.

In quella sede, la mia proposta aveva ancora il sapore della semplice provocazione, ma in pochi giorni è diventata per me un’intenzione da tradurre in progetto reale e concretamente realizzabile.

Perché noi counselor non potremmo reinventarci (valorizzando la nostra creatività) e ridefinirci?

Possiamo darci un nome ed un’identità nuova, una veste in grado di rappresentare  la nostra evoluzione e la nostra specificità, in modo da privare chicchessia di argomenti e pretesti per attaccarci.

Io credo che ci sia quanto basta per poterlo fare e riuscirci.

Su questo ho cominciato a lavorare.

Ho inventato il neologismo “Yogging”, per denominare il “nostro” Counseling, differenziandolo da quella  attività che gli psicologi rivendicano come “cosa propria”.

Ho in mente gli aspetti e i contenuti che possono caratterizzare questa “nuova” attività di Yogging.

Ho intenzione di scrivere una sorta di “Manuale dello Yogging” che lo presenti e lo “istruisca”.

Ho già pronta l’introduzione, che qui sotto comincio a rendere pubblica, per darmi la possibilità di ricevere feedback e suggerimenti.

Ma anche, e molto, per invitare chi volesse unirsi a questo progetto di innovazione e cambiamento, a farsi sotto, contattandomi.

Mi piacerebbe foste in tanti…

Intanto continuate a leggere, qui sotto, quella che potrebbe essere l’introduzione di un libro, con il quale mi piacerebbe riuscire a presentare compiutamente lo “Yogging”, come attività professionale nata dalle ceneri del Counseling italiano, ucciso dalla proterva sicumera di quegli psicologi che non hanno saputo immaginare e praticare strategie di affermazione diverse dal fare la guerra a chi gli girava, professionalmente, intorno.

INTRODUZIONE

Per molto tempo mi sono interrogato sulla possibilità di dare una nuova denominazione al Counseling.

Mi muoveva l’intenzione di trovare/inventare un nome nuovo, che continuasse a rappresentare gli elementi identificativi del Counseling, ma lo affrancasse da un retaggio che qui in Italia continua a tenerlo al centro di 1000 polemiche e conflitti.

Mi dicevo:

“ci vuole un nome che, salvaguardando gli elementi caratteristici del Counseling,  ne veicoli espressamente la sostanziale diversità dalle attività specifiche degli psicologi,  aiutando noi counselor a farci uscire dal penoso stato di guerra in cui un certo mondo della psicologia continua a tenerci”.

Ci è voluta una sessione di Yoga della risata, condotta nella mia scuola IN Counseling da un’allieva tirocinante, per accendermi la giusta lampadina.

Dello Yoga ho immediatamente visto l’intenzione/funzione di “legare” tutto ciò che sollecita ed attiva; un “legare” agito in chiave di miglioramento e sviluppo delle funzioni psicofisiche di chi lo pratica.

Mi sono detto:

Anch’io quando faccio Counseling faccio qualcosa di simile!

Cosa lego?

Lego il mio “sentire”, il mio “pensare”, il mio “agire”, al “sentire”, al “pensare” e all’ “agire” dell’altro.

Eureka! il Counseling può essere visto come lo Yoga del “Sentire”, del “Pensare”, dell’ “Agire”.

Da lì al termine “Yogging” la strada è stata breve e, a Te che leggi, spero ne risulteranno chiare le ragioni ed i col-legamenti.

Arrivo all’idea dello “Yogging” in qualità di counselor, e uomo, con alle spalle un’esperienza di crescita personale, che, riassunta nei suoi versanti di formazione e lavoro, inizia con studi umanistici, prosegue professionalmente con occupazioni fortemente colorate dalla gestione di relazioni interpersonali, si sviluppa in specializzazioni di coaching e di counseling.

Arrivo a dare forma al concetto di Yogging, e ad usarne il termine in qualità di significante, in risposta a due necessità:

  1. affrancarsi dai mortiferi effetti della guerra, che un incerto numero di psicologi italiani da anni muove contro il mondo del counseling professionistico;
  2. dare maggiore e piena dignità ad uno specifico e particolare modello di counseling, centrato su una visione olistica dell’esistenza e sull’acquisizione ed applicazione di competenze principalmente pratiche.

Lo Yogging è un “insieme sistemico di pratiche varie” messe in atto strategicamente al fine di promuovere  lo sviluppo della nostra “consapevolezza emotiva”, vista come chiave di volta per l’individuazione e l’attivazione di pensieri e comportamenti in grado di migliorare lo stato delle cose presenti nella nostra vita, ogni volta che ci ritroviamo in una qualche situazione di difficoltà esistenziale, individuale, di coppia, di gruppo.

La “Consapevolezza emotiva”, a cui qui faccio riferimento, è quello stato dell’essere personale, funzione dell’ascolto propriocettivo e dell’associata rielaborazione cognitiva, che ci permette  il riconoscimento di emozioni, sentimenti e sensazioni fisiche, nonché delle dinamiche di pensiero e di comportamento a queste collegate.

Con “Insieme sistemico di pratiche varie” mi riferisco ad attività ed esercitazioni di vario tipo e natura (individuali, di coppia, di gruppo), spesso di carattere simbolico; esercitazioni fisiche, sensoriali, dialogiche, artistiche, intellettuali, meditative; esercitazioni sistemicamente organizzate e gestite per:

  1. far emergere le emozioni, i sentimenti, le sensazioni, collegate alle difficoltà esistenziali che si vogliono affrontare;
  2. analizzarne e studiarne le relazioni con le associate dinamiche di pensiero e di comportamento che hanno accompagnato l’insorgenza delle difficoltà che si vogliono superare e che ancora ne ostacolano la risoluzione;
  3. individuare strategie di uscita e di risoluzione o, almeno, di miglioramento della situazione.

Fare Yogging vuol dire lavorare sulla propria e sull’altrui consapevolezza emotiva, per attivarne le correlate dinamiche intelligenti di pensiero, comportamento e sentimento.

Vuol dire valorizzare la propria e l’altrui intelligenza emotiva, attraverso una serie di pratiche di “Yoga-S.P.A.”: lo “Yoga del Sentire, del Pensare e dell’Agire”.

La parola Yoga deriva dalla radice sanscrita «Yug» che significa unire, legare assieme, soggiogare, usare ed applicare, dirigere e concentrare l’attenzione.

Con lo Yogging leghiamo, adeguatamente e funzionalmente, il nostro “Sentire”-“Pensare”-“Agire”; lo facciamo diventare una sorta di “sistema operativo psico-fisico” in grado di produrre, alla bisogna, quelle esperienze di vita necessarie per apprendere come affrontare le difficoltà che stiamo vivendo, muovendoci verso il nostro miglior benessere esistenziale possibile.

Lo Yogging è figlio legittimo del Counseling; un Counseling visto come attività professionale-relazionale, di aiuto esistenziale; un Counseling che nasce dalla rielaborazione di tradizioni e pratiche della Filosofia classica e moderna, occidentale ed orientale; un Counseling che riprende ed arricchisce intuizioni e prassi di tipo Pedagogico, sviluppandosi in contatto con tutto il “ground culturale” umanistico della storia dell’arte e delle scienze sociali; un Counseling che accoglie  ed utilizza alcune tra le conoscenze messe a punto ed offerte all’umanità intera dalla Psicologia e Psicoterapia moderna, nonché dalla tradizione culturale-religiosa orientale e dalle sue pratiche meditative-ascetiche.

Lo Yogging, lo “Yoga del Sentire, del Pensare, dell’Agire”,  è uno strumento di crescita personale ed un modo per affrontare ogni difficoltà del vivere, utilizzabile in proprio e/o come relazione d’aiuto professionale.

È organizzato intorno, e grazie, a specifiche conoscenze, esperienze e codici comportamentali, distinti e distinguibili da ogni altra attività umana, anche se in contatto con molte di queste!

Lo Yogging nasce da due influenze:

  1. Quella “spirituale” delle filosofie yoggiche orientali, di stampo meditativo.
  2. Quella del counseling professionale statunitense e delle sue derivate italiane; un counseling visto non certo, riduttivamente, come semplice competenza psicologica, ma come particolare relazione d’aiuto professionale, organizzata intorno a quanto di buono la cultura storico-filosofica-pedagogica e la moderna psicologia-umanistica occidentale ha saputo proporre come mezzo per aiutare l’uomo a meglio affrontare le proprie difficoltà del vivere.

Queste due influenze sono declinate semanticamente nel neologismo “Yogging”, che ha come radice il termine “Yoga” e come desinenza il termine inglese “ing”.

La radice “Yoga” attesta i collegamenti con la cultura filosofica-meditativa-religiosa orientale.

La desinenza “ing” vuole essere, innanzitutto, un preciso tributo al Counseling, come termine significante una precisa relazione d’aiuto professionale: quel Counseling nato negli Stati Uniti d’America, ai primi del ‘900, in collegamento con l’intera storia della cultura filosofica-pedagogica occidentale e sviluppatosi in seguito, in tutto il mondo, grazie al prezioso apporto (e scippo) di alcune correnti psicoterapeutiche di stampo umanistico.

La desinenza “ing” agganciata alla radice “Yoga” vuole rappresentare, più in generale, l’integrazione “oriente-occidente” dello Yogging: un’attività figlia della tradizione culturale occidentale, che incontra cultura, filosofie e pratiche  appartenenti alla tradizione classica orientale e a queste si lega.

Della “storia” di questa integrazione, segnata dalla nascita del Counseling, dai suoi sviluppi e dal suo approdo allo Yogging,  vedremo le tracce nel primo capitolo di questo libro.

Nei successivi, presenterò le pratiche di “Yoga-S.P.A.”

Contattami,

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