Il Counselor Aziendale

Come ha scritto l’amico Domenico, in questo blog, nell’articolo “Counseling aziendale e valorizzazione della risorsa umana”, il Counselor che si occupa del mondo del lavoro è consapevole di quanto il cattivo funzionamento delle dinamiche relazionali possa in un’azienda depotenziare ogni investimento ed ogni sforzo produttivo.

Quando parliamo di dinamiche relazionali, specificatamente all’interno di una azienda, parliamo del comportamento e dell’azione di singoli e di gruppi, variamente articolati e intrecciati tra loro, nello svolgimento di compiti lavorativi ed alla ricerca di sinergie collegate ad obiettivi da raggiungere: in altre parole, parliamo del modo attraverso cui ognuno si relaziona con il proprio compito, con il proprio ruolo e con il resto dell’organizzazione.

La competenza del counselor consiste nell’offrire un aiuto al “cliente” nell’osservare le proprie modalità di relazione, nel riconoscere come tali modalità possano procurare sofferenza a se stesso e/o ad altri e nell’aiutarlo a costruire un piano di azione “sostenibile” per il raggiungimento di nuove e diverse modalità.

Relazione non solo con gli altri, ma anche e forse soprattutto con il proprio vissuto emotivo! Molte persone, di fronte a una sconfitta, una difficoltà o un conflitto, vengono prese dallo sconforto, da un cedimento interiore, una diminuzione dello slancio vitale e della motivazione. Oppure reagiscono aggressivamente, con rabbia, spostando l’energia positiva necessaria per lo svolgimento del proprio compito verso il controllo dei propri stati d’animo. La diminuzione e/o lo spostamento dell’energia vanno in ogni caso a discapito dello slancio vitale e della motivazione. Questi aspetti, non considerati dalle visioni ideali dell’organizzazione spesso descritte come caratterizzate da “fiducia”, “empowerment”, “cittadinanza organizzativa”, “senso di appartenenza ad una comunità”, rappresentano il lato oscuro della vita organizzativa: se ignorati, negati, non visti e, quindi, non curati, non possono fare altro che diventare sempre più forti, fino ad incancrenirsi, implodere o esplodere!

Il counselor, intervenendo sul piano delle emozioni, evidenzia come, quando e quanto queste agiscano nelle singole e specifiche problematiche aziendali e si pone l’obiettivo di individuare, insieme ai portatori delle dinamiche, come sia possibile agire per produrre i cambiamenti desiderati.

Il counselor indirizza la persona o il gruppo verso soluzioni possibili delle problematiche in essere; problematiche vissute come difficoltà relazionali, che influenzano negativamente l’efficienza individuale e quella organizzativa.

L’ attrezzatura del counselor è rappresentata da quattro elementi, che rappresentano le sue parole d’ordine ed il suo incedere:

1. ascolto,

2. rispetto (della persona e dei suoi stati emotivi),

3. empatia,

4. sostegno.

Il counselor aziendale è quindi quella figura professionale al quale l’intero organigramma, ma soprattutto quadri, dirigenti e manager possono rivolgersi, in ogni situazione di crisi e/o difficoltà personali, relazionali, aziendali.

L’intervento del counselor si inserisce come elemento facilitante il dialogo tra la struttura e il dipendente, e tra la struttura e il suo mondo esterno. Un intervento, in ultima analisi, finalizzato al raggiungimento della mission aziendale, senza trascurare il raggiungimento del massimo benessere possibile.

Noi pensiamo che un livello di eccellenza dei prodotti e/o servizi forniti da un’azienda sia direttamente collegato allo stato di benessere di chi in quella azienda opera e lavora:

L’eccellenza è tanto più possibile quanto più sta bene chi è chiamato a produrla!

Forse non è un caso che una multinazionale come la Xerox, sul proprio sito scriva:

“Per perseguire il nostro scopo dobbiamo innanzi tutto assicurare che la Xerox stessa offra un ambiente di lavoro ottimale; altrimenti non riusciremmo ad attirare e a trattenere persone di grande talento, con spirito di iniziativa e di ampie vedute.”

Meditate gente, meditate …

 

Paolo Schifano

 

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