Piccola riflessione sulla leadership

PICCOLA RIFLESSIONE SULLA LEADERSHIP.

In questi tempi di coronavirus, voglio scrivere una riflessione sulla leadership, che muove non solo dai miei “saperi” di counselor, ma da quelli di tutto me stesso.

La leadership è una relazione funzionale, tra un leader ed i suoi seguaci.

Le funzioni che sono in gioco tra un leader ed i suoi seguaci sono:

la guida, il comando, l’influenzamento e la soddisfazione di bisogni emotivi, la promozione ideologica di valori morali, politici e culturali e la loro traduzione in atti e fatti concreti.

Una relazione di leadership necessita di una reciprocità di identificazione tra i seguaci ed il leader.

Interrogarsi se siano le “masse-seguaci” a generare i propri leader o se siano i leader a chiamare a raccolta e ad ampliare i propri seguaci è come stare dietro al dilemma se sia nato prima l’uovo o la gallina.

È chiaro che tra leader e “masse-seguaci” c’è un rapporto di reciproca influenza, ma è nei momenti storici di “crisi generale dell’esistenza” di un intero popolo, e oggi di un intero mondo, che una leadership è chiamata ad occupare il campo e a determinarne gli accadimenti.

Nei momenti di crisi dell’esistenza, tutti noi viviamo nell’incertezza e, spesso, nella paura di non riuscire più a soddisfare i nostri bisogni, quando di non riuscire più a sopravvivere. Siamo disorientati eppure alla ricerca di vie, possibili e positive, d’uscita dalle nostre difficoltà e dalle nostre paure, vie capaci di riprospettarci la soddisfazione dei nostri bisogni e di instradarci verso un ritrovato benessere.

È nei momenti di generale crisi dell’esistenza che una leadership può affermarsi in maniera straordinariamente forte, perché straordinario è il bisogno di guida, di rassicurazione, di speranza, che tutti noi, esseri umani, viviamo quando ci troviamo in difficoltà.

È nei momenti di crisi generale dell’esistenza che una leadership è assolutamente chiamata ad assumersi la responsabilità di “plasmare” la qualità dei propri seguaci, sollecitandone quelle emozioni, quei sentimenti, quei ragionamenti, quei comportamenti in grado di promuovere sviluppi di benessere sociale, solidale e collettivo, di Tutti e non solo di minoranze privilegiate, ricche dei loro denari e della loro miseria umana.

Ma proprio in questi frangenti cosa vediamo muoversi nel mondo?!

Capi di stato e governanti vari che chiamano a raccolta i propri seguaci sui “motivi” atavici del nemico, delle colpe altrui e sulla difesa dei propri interessi tribal… “pardonne”, nazionali!

Imperano i populisti ed i paraculisti, quelli il cui coraggio maggiore sembra essere racchiuso nel motto del “io speriamo che me la cavo” e me la cavo se lecco il culo ai potenti ed inganno le masse.

Eppure, proprio in questo nostro tempo presente, chi volesse svegliare nei nostri animi il valore, il senso ed il bisogno degli ideali inscritti nel patrimonio storico-culturale dei partiti di Sinistra (di quelli veri, non di quelli  che, dichiarandosi di Sinistra, perseguono politiche di Destra), chi trovasse il coraggio di rilanciare con vigore e determinazione (non in modo ipocritamente manipolativo) gli ideali del bene comune, della difesa dei più deboli, della fratellanza, dell’uguaglianza sociale, della pace, della compassione e della misericordia (e mi fermo perché mi sta venendo troppa voglia di imprecare), proponendo strategie di attualizzazione di tali ideali, potrebbe raccogliere molto più consenso di quegli stolti che seminano odio, con i loro miseri ideali sovranisti, populisti, fascisti; insomma di quei pezzi di merda che reclamano poteri autoritari.

Poteri autoritari per rafforzare cosa?!

Forse gli interessi privati di chi già è privilegiato contro quelli di Tutti?!

Stiamo assistendo in ambito sanitario e di salute pubblica cosa comporti il liberismo e la gestione privata delle cose, soprattutto di quelle di interesse collettivo.

Vogliamo continuare così?!

Possibile che nessuna “testa” o “cuore” politico sappia cogliere una simile occasione per promuovere, in veste nuova, una declinazione pratica di quegli ideali di Sinistra, unici in grado di “salvare” i nostri destini dagli scenari apocalittici verso cui ci stiamo muovendo?

A quali ideali di Sinistra mi riferisco?

Quelli che incorniciano i seguenti valori:

  • meglio soddisfare un bisogno che salvaguardare un privilegio
  • i diritti che reclamiamo sono di Tutti
  • ci prendiamo cura dei più deboli
  • il fine NON giustifica i mezzi
  • la violenza non è mai un buon rimedio
  • la pace non è una scelta politica, ma un bisogno
  • il benessere che ci interessa è quello di tutti, non solo di alcuni
  • non si può dire una cosa e farne un’altra
  • non esistono le razze, esistono le persone
  • no ad ogni pregiudizio
  • prima di tutto la libertà, la solidarietà e la fratellanza tra le persone ed i popoli
  • no alle contrapposizioni nazionalistiche
  • no al sovranismo
  • sì ad ogni espressione amichevole e solidale della propria identità, di genere, culturale, sociale, politica e geografica.
  • “a ciascuno secondo i propri bisogni” e “chi ha di più dia di più”
  • nessuna maggioranza può sopprimere i diritti civili, politici e umani, di alcuna minoranza
  • amiamo il progresso, la civiltà, la sensibilità, la raffinatezza, la gentilezza
  • le nostre simpatie prescindono da ogni orientamento di genere sessuale
  • “chi è fascista è fascista, chi è nazista è nazista, chi è razzista è razzista e chi è prepotente è prepotente”
  • la Resistenza ed ogni forma di anti fascismo è sempre cosa buona e giusta
  • stiamo con i più deboli e li proteggiamo
  • ci interessano solo le cause sorrette da valori umanitari
  • ribellarsi ad ogni forma d’oppressione è giusto
  • le opportunità non possono che essere uguali per tutti
  • affrontiamo con coraggio quello che ci spaventa
  • la giustizia è un valore a difesa del bene comune, non di chi è più potente
  • la diversità non ci spaventa, ci piace
  • la competizione che amiamo è quella sportiva, non quella di mercato
  • all’odio preferiamo l’amore.

Grazie per aver letto fin qui e ancor più grazie se diffonderai questo scritto.

Domenico Nigro Counselor.

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