Spiritualità e Counseling.

Spiritualità e Counseling.

Uno dei “padri spirituali” del Counseling, Rollo May, ci dice, nel suo libro “L’arte del counseling”, che “qualsiasi quadro della personalità che trascuri la potenzialità della spiritualità è incompleto”.

Rollo May vedeva la spiritualità come una potenzialità che reclama propri diritti di sviluppo e riconoscimento, ponendosi su di un lato opposto al dato d’esistenza materiale dell’uomo.

In quelle esistenze in cui il polo spirituale e quello materiale della vita entrano in contrasto/conflitto, possono scaturire problematiche d’ordine psicologico difficilmente risolvibili, se non si costruisce/ricostruisce in chi le vive “un solido senso dello spirito”.

Semplificando, la sua visone era la seguente:

  1. La spiritualità è una dimensione dell’esistente opposta a quella materiale, per questa ragione di difficile integrazione nella vita dei singoli individui;
  2. Nella vita dei singoli, la mancata integrazione dei due registri “materiale-spirituale” dell’esistenza può produrre disturbi e problematiche psicologiche varie;
  3. Per noi counselor, la spiritualità è una potenzialità umana alla cui valorizzazione non possiamo non lavorare, dovendo sostenere la necessaria integrazione di vita materiale e vita spirituale dei nostri clienti.

Rollo May vede il counseling come strumento di cura volto a sanare problematiche di carattere psicologico.

Il counseling è certamente una relazione in grado di “sanare” diverse problematiche di ordine psicologico, ma qui io voglio presentare la coniugazione di due dimensioni, la Spiritualità ed il Counseling, dal punto di vista di un Counselor e non da quello di uno Psicologo che utilizza il, e pensa al, counseling come strumento di cura.

Se uno psicologo può usare il counseling per curare quei suoi pazienti che soffrono di un qualche disturbo psicologico legato alla mancata integrazione delle loro istanze spirituali, un counselor può utilizzare la spiritualità come mezzo per sostenere uno sviluppo di consapevolezza che aiuterà i propri clienti a meglio affrontare le problematiche rispetto alle quali gli viene chiesto aiuto.

Vediamo come.

Innanzitutto, precisiamo cosa intendo per spiritualità.

All’identificazione col “divino” al quale è comunemente associata, la mia visione di spiritualità aggiunge ai suoi contenuti e alle sue forme tutti i possibili elementi intangibili (non divini) di unificazione tra ogni forma e sostanza di vita, storicamente determinatasi.

In materia di “Umanità”, questo vuol dire che considero attinente alla sfera della spiritualità non solo ciò che ha a che fare col sacro, con lo straordinario, col magico, col divino; considero attinente alla sfera della spiritualità tutto ciò che muove i nostri sentimenti e le nostre azioni senza avere una propria tangibilità fisica-specifica; in altre parole: TUTTO CIO’ DI CUI FACCIAMO ESPERIENZA ATTRAVERSO PERCEZIONI NON DIPENDENTI DALLA SOLA E SEMPLICE ATTIVAZIONE DEI NOSTRI 5 SENSI di: vista, udito, tatto, gusto, olfatto.

Insomma, se accettiamo la suddivisione esistenziale in vita materiale e vita spirituale, nella prima includiamo tutto ciò che la vita ci offre per soddisfare i nostri bisogni primari (nell’accezione di Maslow), nella seconda ritroviamo tutto ciò  che, nella nostra esistenza, ha vita per soddisfare i bisogni sociali e quelli del sé, in altre parole i nostri “bisogni spirituali” di:

  • appartenenza,
  • amore,
  • partecipazione,
  • riconoscimento,
  • amicizia,
  • espressione,
  • bellezza,
  • giustizia,
  • creatività,
  • elevazione morale/etica,
  • contatto col divino (nel senso di tutto ciò che supera, in termini di valore, e oltrepassa l’esistenza mortale).

Esiste dunque un regno della materia ed uno dello spirito. Abbiamo, dunque, bisogni materiali e bisogni spirituali!

Riecheggiando Maslow, possiamo ribadire che, una volta soddisfatti i bisogni materiali, i bisogni dello spirito presidiano la scena della nostra esistenza, reclamando la maggior quantità e qualità di attenzioni.

Una competenza specifica di noi counselor è allora quella di saper riconoscere, da un lato, i bisogni spirituali dei nostri clienti, dall’altro aver la capacità di muovere le “leve spirituali” della nostra e della loro esistenza, in funzione di sostegno alla loro crescita personale e di aiuto alla risoluzione delle particolari problematiche esistenziali, che portano alla nostra attenzione.

Abbiamo qui sopra elencato i “bisogni spirituali”, ma quali sono le “leve spirituali” a cui ci riferiamo?

  • Emozioni e sentimenti
  • Credenze
  • Riti
  • Simboli
  • Creatività
  • Empatia

Queste sono le principali “leve spirituali” alla cui attivazione/valorizzazione il Counseling deve la propria efficacia.

Si tratta di:

  1. rilevare, empaticamente e creativamente, nell’esistenza di ciascun particolare cliente, quali siano le emozioni e i sentimenti, le credenze, i comportamenti rituali e le valenze simboliche attive nei vissuti problematici che stiamo trattando;
  2. creativamente ed empaticamente, indagarli e rielaborarli attraverso esercitazioni pratiche in grado di:
    1. ricostruire nuovi sensi e nuovi significati,
    2. attivare nuove emozioni e nuovi sentimenti, relativamente ai vissuti problematici in causa,

fiduciosi che il tutto sosterrà l’attivazione e lo sviluppo di nuovi comportamenti in grado di promuovere nel cliente migliori stati esistenziali, più facilmente caratterizzati da condizioni di benessere.

Come individuare emozioni e sentimenti, credenze, comportamenti rituali e valenze simboliche, da un lato, e quali esercitazioni pratiche proporre, in grado di ricostruire nuovi sensi e nuovi significati, e di attivare nuove emozioni e nuovi sentimenti, relativamente ai vissuti problematici in causa, dall’altro, sono due tra le istanze principali che stanno muovendo i miei attuali interessi professionali e di studio (sono un counselor ed un trainer counselor).

Mi auguro che il weekend residenziale di fine anno scolastico, che condurrò questo fine mese ad Assisi, possa essere un buon banco di sperimentazione di tutta la materia qui esposta e…

Se sei interessato alla materia o vuoi propormi dei suggerimenti, contattami, sarai il benvenuto!

Ad maiora.

Domenico Nigro.

2 Comments

  1. anna says:

    articolo bellissimo. Sono una counselor anche io e nel mio metodo tocco questi punti. Condivido tutto pienamente e grazie per aver pubblicato.
    ciao