Counseling e Coaching, la relazione d’aiuto professionale

Se escludiamo tutte quelle “naturali” interazioni sociali (parentali, amicali, associative, lavorative, ecc) in cui normalmente si sviluppano relazioni d’aiuto di tipo spontaneo e ci rivolgiamo, invece, agli ambiti professionali in cui la relazione d’aiuto viene, specificatamente, praticata, un ruolo di particolare rilievo possiamo ritrovarlo nel Counseling e nel Coaching.

Sono queste, due particolari relazioni d’aiuto professionale attivate nei confronti di individui alle prese con una qualche complicata gestione di una qualche personale, difficile o particolare, situazione!

Il Counseling è una modalità d’aiuto (counselor – cliente) centrata sulla rielaborazione degli stati emotivi, delle linee di pensiero e dei tratti comportamentali, esperiti dal cliente nelle specifiche situazioni di difficoltà personali rispetto alle quali sta chiedendo aiuto.

Il Coaching è una metodologia di aiuto (tra un coach ed il suo cliente) centrata sul sostegno motivazionale, sull’individuazione di specifici obiettivi e dei relativi piani d’azione atti a conseguirli.

Sia il Counseling, sia il Coaching sono modelli d’aiuto professionale che mirano al benessere di chi ne usufruisce.

Il counselor ci aiuta a stare bene con noi stessi e con gli altri.

Il coach ci aiuta ad individuare e a realizzare quegli obiettivi attraverso la cui realizzazione staremo bene e si sforza di farceli realizzare aiutandoci a progettare piani d’azione la cui esecuzione sia, di per se stessa, per noi, motivo di soddisfazione e benessere.

Per far ciò, il coach deve aiutarci a scoprire quali sono i nostri motivi di soddisfazione e cosa può produrre i nostri stati di benessere, quali sono i più efficaci comportamenti che possiamo mettere in atto, quali sono gli ostacoli che possiamo incontrare, cosa e come possiamo fare per superarli e… per riuscirci, deve ricorrere ad abilità e competenze che sono proprie dell’attività di Counseling!

Le abilità e le competenze di Counseling sono l’ascolto, l’accoglienza, l’empatia, il rispetto di se stessi e del prossimo, la presenza consapevole, il saper stare nelle relazioni più disparate, gestendo efficacemente la propria comunicazione.

Nella formazione IN COUNSELING, tali abilità e competenze sono sviluppate grazie al privilegio assegnato al lavoro su di sé, al lavoro sulla propria consapevolezza emotiva, sul come questa interagisce con gli altri, su come tutto ciò possa debitamente essere gestito.

Per acquisire le abilità di Counseling è indispensabile farne esperienza. Abbiamo bisogno di un tempo passato ad ascoltare, un tempo passato a sentire i nostri sentimenti, le nostre sensazioni, i nostri pensieri. Un tempo passato a dialogare con le nostre emozioni e con quelle degli altri. Un tempo che dedichiamo, innanzi tutto a noi stessi e allo sviluppo della nostra consapevolezza.

Solo allora potremo aiutare gli altri.

Un tale lavoro, per produrre risultati apprezzabili, necessita di “quantità” e “qualità” di tempi che non possono essere ristretti in percorsi formativi contenuti in pochi mesi!

Come fa un counselor ad aiutarci a stare bene?

Ci aiuta a vedere, riconoscere e rielaborare quegli stati emotivi, quelle linee di pensiero e quei tratti comportamentali, che ci caratterizzano e che caratterizzano le situazioni sociali di difficoltà e malessere personale in cui ci ritroviamo.

Ci “guida” in una progressione di esperienze di consapevolezza che ci fanno scoprire:

cosa siamo,

cosa vogliamo,

cosa ci fa stare bene,

e ci fanno scoprire, altresì:

cosa ci impedisce di conquistare il nostro benessere,

quanto e come siamo noi stessi ad “organizzarci” i nostri impedimenti!

quanto, cosa e come possiamo fare per superarli.

In forza di tali scoperte, riusciamo a sviluppare una nuova e diversa consapevolezza circa le nostre responsabilità relative alle nostre condizioni di crisi e di difficoltà e, così, ci predisponiamo al cambiamento, alla crescita, all’auto-sviluppo, al nostro stare bene!

Tale predisposizione e’ condizione indispensabile perché un’azione di Coaching possa funzionare e, laddove un coach incontri un cliente che non disponga di tale predisposizione (mi si perdoni il bisticcio di parole!), se non se ne preoccupa, intervenendo opportunamente, il suo lavoro di Coaching sarà destinato al fallimento: il suo cliente non realizzerà i piani d’azione progettati e non conseguirà i propri obiettivi.

Potremmo semplificare il tutto dicendo che:

Un intervento di Coaching è solitamente richiesto da chi punta ad un miglioramento delle proprie capacità relative al “fare” (miglioramento qualitativo delle performance, conseguimento di obiettivi di maggior valore) e, quindi, non mette in campo particolari problematiche di tipo emotivo/esistenziale.

Un intervento di Counseling è particolarmente appropriato per chi richiede una più chiara comprensione di sé, una migliore consapevolezza dell’ “essere” (Chi e cosa sono? Quali sono le mie radici e quali potrebbero essere i miei sviluppi?) e del “sentire” (Cosa mi emoziona maggiormente? Quali sono i miei desideri e le mie paure? Quali sono le mie sensazioni? Cosa mi dicono? A cosa mi servono?)e, quindi, non si preoccupa ancora di definire particolari obiettivi e particolari azioni volte a conseguirli.

Nella mia visione, invece, le due dimensioni, la capacità del “fare” (tipica del Coaching) e la consapevolezza dell’ “essere” e del “sentire” (tipica del Counseling), sono intrinsecamente collegate da un rapporto di reciproca influenza. La tal cosa rende Coaching e Counseling assolutamente (nonché opportunamente) integrabili, rendendo migliori quei professionisti capaci di “stare” e di agire nell’una come nell’altra dimensione, privilegiando opportunamente e strategicamente ora l’una ora l’altra.

Per tale ragione, la didattica della Scuola IN Counseling, che ho l’onore ed il piacere di dirigere, propone percorsi formativi che integrano Coaching e Counseling, valorizzandone reciprocamente le qualità.

Ad maiora.

Domenico Nigro.

1 Comment

  1. Ciao a tutti/e,
    credo che il contributo che Domenico ci ha proposto in questa pagina sia molto pertinente al mondo della relazione d’aiuto sia che essa venga declinata attraverso il counseling sia che essa avvenga tramite il coaching. Bisognerebbe approfondire di più queste tematiche e credo che frequentare la scuola IN Counseling sia un ottimo strumento per veicolare nuove idee ed approcci innovativi. A presto e buono studio, Alessandro